mercoledì 5 dicembre 2012

IL SALUTO AD UN GRANDE CHIOGGIOTTO

MARIO ARDIZZON. Non avrei mai potuto scrivere un ricordo di Mario Ardizzon prima di averlo salutato, almeno idealmente, questa mattina, al Lido, nella chiesa gremita che è stato ritrovo di tanti amici per ricevere il suo " estremo saluto " ; in questi giorni ho letto ciò che hanno scritto i siti ufficiali di Bologna, Roma, Venezia e di tante altre realtà calcistiche che ne avevano apprezzato le qualità umane oltre che sportive. Ho voluto andare a salutarlo lì, a Ca' Bianca, a pochi metri da quel campo delle " Terre Perse " teatro delle sue ultime sgambate assieme a Paolo Poggi e a Nicola Marangon che erano i suoi nuovi alfieri.Questa mattina siamo stati lì, impotenti,totalmente impotenti nel non poter consolare le lacrime di tanti, veramente tanti, ragazzi che lo hanno conosciuto. C' è stato un sussulto d' orgoglio quando è arrivato il gonfalone del Bologna !, un gesto bellissimo e significativo. Mario con i rossoblù ci ha giocato si tante partite e ha dato tante soddisfazioni e successi...ma ci ha giocato ben oltre 40 anni fa. Bologna non ha dimenticato Mario e al Lido è arrivata con il suo grazie, con la presenza di 2 esponenti e con il gonfalone ufficiale. Veramente gran signori. Questa mattina la commozione è stata toccante perchè ha unito moltissimi ex compagni ( Bubacco, Trevisanello...) al pianto dei ragazzi del settore giovanile del Nettuno Lido, i ragazzi di Paolino, Nicola, Mattia Collauto e tutti gli allenatori. Da tecnico Mario aveva saputo cogliere delle soddisfazioni notevoli, in particolare ad Adria dove ancora ricordano gli anni gloriosi della serie C 2, degli esordi di Pino Augusti e gli ultimi calci ufficiali di Nevio Scala. Anche Chioggia ha portato la sua significativa presenza con Eros Seda, Sandro Boscolo Pevare, parenti e amici, oltre al sottoscritto.Simpaticamente io lo ricordavo sempre ai ragazzini nei tornei organizzati dalla scuola calcio di " Paolo e Nick " : " Voi non immaginate neppure che tra gli allenatori a bordo campo c' è anche colui che è stato uno dei più forti terzini d' Italia, che ha giocato con Roma e Bologna vincendo la Coppa Italia, che ha saputo domare totalmente l' estro di Jair ". Mario Ardizzon sorrideva rendendosi complice di quello che era l' orgoglio di un suo concittadino che lo aveva collezionato nelle figurine. Orgoglioso della sua gentilezza lo sono stato nel 2006 quando prese lui il vaporetto per venire in ufficio da noi, con me c' erano anche Davide Bovolenta e Nicoletta Perini, a raccontarci la sua carriera da " Chioggiotto in serie A ", nel gruppo di quei 10 atleti che l' hanno frequentata attivamente...oltre che a Vincenzo Esposito e Giannantonio Pugiotto in qualità di assistenti arbitrali ; pronto a raccontarci chicche di storia vissuta...le sue 253 presenze nella massima serie farcite da 5 gol. Questa mattina il sacerdote che ha celebrato la Messa ha sentenziato che Mario era una persona che " segnava " , riusciva a segnarti dentro con il suo comportamento, la sua educazione. Eh si, Mario era proprio così...anche se in campo il suo ruolo era invece quello di non far segnare !. Che bravo fu il suo primo scopritore, quel Luigi Sfriso detto " Gigi Pagnocca " che lo vide giocare con la squadretta della Tombola assieme a Berto Mulonia che già frequentava il settore giovanile del Clodia : Gigio lo presentò all' allenatore che agevolò subito le pratiche del tesseramento per poterlo lanciare in campo dandogli il ruolo di stopper...e di stoppare gli attaccanti del Mantova.
Operazione che riuscì talmente bene e convinse lo stesso tecnico, Ruggero Salar, a portarselo a Venezia a fine stagione. All' inizio degli anni ' 60 ha inizio la fantastica carriera di Mario Ardizzon che nel giro di soli due anni ha una valutazione di mercato di ben 160 milioni !. Questa infatti è la cifra che i dirigenti veneziani sparano al presidente dell' Inter che voleva Mario in seno alla formazione del grande Herrera, i nerazzurri intimoriti fanno un passo indietro...i veneziani non mollano...e il destino volle che gli occhi milanesi si posassero sul giocatore del Palermo Burnich che volò alla corte del Mago pagato solo 40 milioni. Pensate, colui che diventerà un protagonista di Italia-Germania Ovest 4 a 3 in Messico e cercherà di contrastare in finale il grande Pelè. L' anno dopo per Mario Ardizzon si aprirono le porte di Roma giallorossa dove divenne un emblema di dinamismo e rocciosità culminata con una espulsione nel derby a causa di una eccessiva valutazione dell' arbitro Monti di Ancona. Mario era un difensore arcigno, mai cattivo, ed in questo suo atteggiamento ricordava l' altro emblema e simbolo chioggiotto, Aldo Ballarin, o lo stesso Romano Penzo che in attacco sapeva essere implacabile e preciso. Ardizzon entra nel giro della Nazionale B, un tempo ambitissima,disputa numerose partite ma è obbligato a non rispondere alla convocazione della Nazionale A a causa di una indisponibilità imprevista, vide così purtroppo la preferenza di Fabbri dirottarsi ancora verso Burnich : i rapporti con Edmondo Fabbri e successivamente con Ferruccio Valcareggi poi, non furono mai iddilliaci...anche per questo motivo la nazionale non bussò più. A Bologna Mario Ardizzon formò un granitico reparto con Tazio Roversi che tante soddisfazioni diede al popolo rossoblù, prima di ritornare in laguna. Apertamente non lo disse mai, o a chi lo disse lì rimase, forse però ci rimase male per non essere riuscito a vestire l' azzurro della Nazionale A : in pochi però sanno quale fu la ragione che lo spinse, quella volta,a non rispondere presente alla convocazione...sono quelle persone che ancora oggi apprezzano il calciatore Ardizzon ma molto di più l' uomo Mario Ardizzon : grande marito e papà sempre vicino alla sua famiglia. Ciao Mario, ti accolga un cielo ancora più azzurro...biancoazzurro come la maglia del primo Clodia.
 MARCO LANZA.