mercoledì 27 marzo 2019

ADDIO A VITTORIO DORIA, VETERANO DEI PESCIVENDOLI CHIOGGIOTTI

Appena si entrava in pescheria, era impossibile non incocciare nello sguardo di Vittorio Doria, dall'altra parte del suo banco, intento a magnificare le doti del pesce che vendeva ogni giorno a un'affezionata clientela locale e alla curiosità di "foresti" e turisti. Vittorio è rimasto al lavoro fino alla bella età di 79 anni («e solo perché fermato a forza da una grave malattia, altrimenti avrebbe continuato», dice con orgoglio la figlia Giorgia), portando con sé fratelli e figli uniti nella passione per il commercio al minuto. Era stato condotto al mestiere dagli zii, fin dalla tenera età, e nel tempo si era guadagnato la stima e l'amicizia di tutto l'ambiente, fino a rimanere il mógnolo più anziano in attività. Un anno fa la brutta caduta a Borgo San Giovanni, ma è stata questa mattina che il cuore di Vittorio Doria ha smesso di battere a 81 anni, lasciando già un vuoto anche tra gli appassionati di modellismo: aveva infatti l'abitudine di ridurre in miniatura le barche di Chioggia, alcuni pregevoli modelli sono stati anche donati al Museo civico della Laguna sud, in campo Marconi. Un altro aspetto della città fra terra e acqua alla quale ha dedicato tutta la sua vita.

A GORIZIA L'ULTIMO SALUTO A DON DINO DE ANTONI: IL PAPA NE RICORDA "LA CORDIALE UMANITÀ E IL GENEROSO MINISTERO"

Una folla straboccante ha accolto lunedì nella chiesa del Sacro Cuore di Gorizia il feretro di monsignor Dino De Antoni, a Chioggia per tutti "don Dino", l'arcivescovo emerito della città giuliana morto venerdì scorso all'età di 82 anni. Alla celebrazione delle esequie ha presieduto il vescovo attuale, Carlo Redaelli, assieme a una nutrita rappresentanza di vescovi e sacerdoti da tutto il Triveneto, compreso monsignor Adriano Tessarollo in rappresentanza della Diocesi di Chioggia e il patriarca Francesco Moraglia di Venezia.
Dalla laguna è partito anche l'assessore Luciano Frizziero in nome dell'amministrazione comunale, e un discreto numero di nipoti e pronipoti dell'esimia figura religiosa. Il vescovo Tessarollo è anche intervenuto durante la cerimonia, al termine della quale il corteo funebre si è articolato lungo le strade del centro di Gorizia fino alla Cattedrale, dove don Dino è stato tumulato nella cripta degli arcivescovi.
Un messaggio è arrivato anche da papa Francesco, che ha ricordato «la cordiale umanità e il generoso ministero svolto in diversi incarichi» dal monsignore deceduto, uomo di profonda cultura, ricerca e senso della mediazione.

(le immagini video sono di Gorizia TV)

venerdì 22 marzo 2019

È MORTO A 82 ANNI DON DINO DE ANTONI, ARCIVESCOVO EMERITO DI GORIZIA

Dopo lunga e dura malattia, è scomparso alle 5 della scorsa notte don Dino de Antoni, 82enne prelato e arcivescovo emerito di Gorizia. Nato a Chioggia il 12 luglio 1936, ultimogenito di dodici figli, viene ordinato sacerdote il 23 ottobre 1960. Insegnante nel locale seminario, è successivamente cappellano dei pescatori, vicerettore del seminario e parroco a Dolfina, canonico penitenziere, promotore di giustizia del Tribunale ecclesiastico diocesano e di quello regionale triveneto, membro del Consiglio presbiterale diocesano, vicario episcopale per l'Apostolato dei Laici e assistente diocesano di Azione Cattolica. Arciprete della cattedrale di Chioggia dal 1981, nel 1988 viene chiamato dal vescovo Sennen Corrà a ricoprire l'ufficio di vicario generale della diocesi di Chioggia, che gli viene confermato anche dai vescovi Alfredo Magarotto e Angelo Daniel. Ricopre l'incarico di amministratore diocesano nel 1989 e 1997. Consegue la laurea in diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense.
Nominato arcivescovo di Gorizia il 2 giugno 1999, il 15 settembre dello stesso anno riceve l'ordinazione episcopale nella Cattedrale di Chioggia dalle mani del vescovo Angelo Daniel, alla presenza di 18 vescovi ed oltre 200 sacerdoti concelebranti. Il 26 settembre 1999 prende possesso canonico dell'arcidiocesi di Gorizia. Il 29 giugno 2000 riceve dalle mani di papa Giovanni Paolo II il pallio. È membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Religione "Santi Francesco d'Assisi e Caterina da Siena" della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 13 settembre 2011 al 29 maggio 2012 è presidente della Conferenza Episcopale Triveneta, in sostituzione del cardinale Angelo Scola. Il 28 giugno 2012 papa Benedetto XVI accoglie la sua rinuncia, per raggiunti limiti d'età, al governo pastorale dell'arcidiocesi di Gorizia. Don Dino aveva ricevuto l'unzione lo scorso 26 febbraio, e proprio sabato scorso 16 marzo ha ricevuto il riconoscimento del premio Sant'Ilario e Tiziano dalla comunità goriziana.
Il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro manifesta il cordoglio della città: «Ho appreso stamattina della scomparsa, Monsignor De Antoni è sempre stato molto legato alla sua città di origine. Molto bene ha fatto per la comunità clodiense e per l’intera Diocesi di Chioggia, dove non mancava occasione di tornare non appena poteva. Con lui se ne va una figura importante del mondo cattolico della città. Alla comunità clodiense e goriziana ed alla sua famiglia, giungano le mie condoglianze e quelle dell’intera amministrazione comunale». Le esequie di don Dino avranno luoglo lunedì dalle ore 15.30 nella chiesa del Sacro Cuore a Gorizia, le spoglie saranno tumulate nella cripta dei vescovi al duomo della città giuliana. Anche a Chioggia un momento di preghiera domenica sera alle ore 21 in Cattedrale, e una messa mercoledì 27 dalle ore 15.30 sempre in Duomo. Sarà anche scolpita una lapide in ricordo nella chiesa del cimitero di Chioggia.

mercoledì 13 marzo 2019

ADDIO A DANIELA DONIN, UNA VITA PER LA SANITÀ E IL SOCIALE

È morta a 69 anni, in seguito a dura malattia, Daniela Donin, già sindacalista CISL nella sanità di Chioggia e impegnata nel settore sociale. Daniela ha lavorato all'ospedale clodiense quale tecnica addetta agli elettrocardiogrammi, ed era molto conosciuta in città anche per essere stata la compagna dell'ex sindaco Sandro Boscolo Todaro (scomparso a sua volta nel 2015) e candidata nelle sue liste per il consiglio comunale, oltre che sorella del professor Roberto Donin e di Pierluca, regista e direttore artistico del circuito teatrale regionale Arteven. Le esequie avranno luogo giovedì 14 marzo dalle ore 15 nella chiesa del Cimitero di Chioggia.

lunedì 11 marzo 2019

ADDIO MASSIMO CHIELON "CELENTANO", SCOMPARSO PER INCIDENTE NAUTICO MENTRE PESCAVA IN LAGUNA

Il suo nome era Massimo Boscolo Chielon, aveva 61 anni e faceva il pescatore di caparozzoli in laguna. Ma per tutti era “Celentano”, per alcuni anche “el zio”, da tanto era ben voluto nell’ambiente peschereccio e non solo: grande cordoglio nella giornata di ieri, nei network e in piazza, nei bar frequentati dai colleghi e da lui stesso, dove non mancava mai una sua battuta o una canzone. Grande e grosso, Massimo era partito con altre tre persone, tra cui il figlio Alessandro, per trovare la morte nell’impatto del barchino con una palancola all’isola di San Marco in Boccalama, nel cuore della laguna, là dove la cura dell’uomo sta recuperando un’antica nave della Serenissima. Per Massimo Chielon, sbalzato in acqua assieme ai suoi e tirato a bordo da un altro natante accorso, non c’è stato niente da fare nonostante il veloce rientro verso Chioggia, per cercare di salvargli la vita nelle mani dei soccorritori del 118 accorsi in piazzetta Vigo. Ma “Celentano” non c’era già più, aveva perso i sensi ed è spirato. Non basta parlare di buio o luci spente, dato che anche se il sito è noto a chi va in barca è ipotizzabile tuttavia un errore del radar, tale da nascondere l’ostacolo: non di rado, infatti, in determinate condizioni meteorologiche o di velocità, gli strumenti di bordo “sfarfugliano” o sbagliano scala. Fatto sta che Massimo Chielon cercava da tempo di trovare un lavoro a terra, e uscire da quell’acqua alla quale ha dato tutta la sua esistenza, fin da quando ha abbandonato una più comoda e sicura postazione di “coltivatore” di vongole di mare. E molti si chiedono come sia possibile che la laguna abbia preteso ancora questo tragico tributo, riaprendo la questione della pesca illegale dei bivalvi nella zona inquinata vicino a Fusina e della regolarizzazione di licenze, spazi acquei e controllo del territorio. Argomenti che si pensava di aver già dismesso dalla fine degli anni Novanta. Intanto non resta che piangere “Celentano”: mancherà a tanti, in primis ai cari più stretti, i quali già circa vent’anni fa furono scossi dalla prematura scomparsa di un altro fratello per incidente stradale.